Lucca 2017,
Libreria Musicale Italiana, pp. 228, €. 30
Il volume di
Ursula Kirkendale, con la revisione di Warren
Kirkendale e la traduzione italiana di Giorgio
Monari, pubblicato dalla Libreria Musicale
Italiana per gentile concessione dell’editore
Leo S. Olschki, rappresenta il culmine delle
ricerche pluridecennali della compianta studiosa
– (venuta a mancare il 17 gennaio 2013) –,
concernenti l’ambiente musicale promosso,
cresciuto e sviluppatosi grazie al mecenatismo
delle famiglie Marescotti e Ruspoli nella Roma
tra fine Seicento e primo decennio del
Settecento.
La figura
centrale del volume è quella di Georg Friedrich
Händel, così come era nell’ampio ed approfondito
studio degli stessi Kirkendale, Music and
Meaning: Studies in Music History and the
Neighbouring Disciplines, pubblicato nel
2007 da Leo S. Olschki, di cui è in grande parte
debitore quest’ultima fatica, integrato dalla
pubblicazione di articoli e saggi apparsi in
riviste a partire dal 1967, nel 1988, nel 2003,
2007, 2013.
La messe di
documenti rintracciati da Ursula e Warren
Kirkendale negli archivi di Stato di Firenze,
Roma, Napoli, Venezia, e in particolare
nell’Archivio segreto del Vaticano,
nell’Archivio romano della nobile famiglia
Ruspoli, ricostruisce la presenza e il ruolo
artistico-musicale svolto da G.F. Händel in
Italia tra Firenze Roma Napoli e Venezia dal
1706 al 1710, anno quest’ultimo del ritorno del
sassone prima in Germania ad Hannover e poi
della definitiva partenza per l’Inghilterra.
Molto se non
tutto si deve ad Ursula Kirkendale e al
contributo scientifico del marito Warren per
avere illuminato con le loro ricerche il
climax culturale, religioso, sociale e
politico della Roma al tempo del papato di
Clemente XI, Gianfrancesco Albani, unitamente al
mecenatismo delle famiglie Marescotti e Ruspoli,
dei cardinali Pamphili, Colonna, Ottoboni.
Il rinvenimento,
infatti, nell’Archivio delle famiglie
Marescotti-Ruspoli e nell’Archivio segreto
Vaticano delle ricevute dei pagamenti effettuati
da Francesco Maria Ruspoli per ospitare
degnamente Händel nel palazzo avito di
Vignanello, e nel palazzo Bonelli a Roma in
occasione della lunga e laboriosa preparazione
per la messa in scena dell’oratorio La
Resurrezione nella Pasqua del 1708, per le
prestazioni non solo dei musicisti e cantanti
che sotto la direzione di Arcangelo Corelli
porteranno ad un memorabile successo l’azione
sacra del sassone, ma anche il contributo di
architetti, decoratori, falegnami, pittori,
cuochi, fornitori delle cibarie e delle bevande
che consentirono una tra le più belle e festose
celebrazioni del matrimonio tra musica,
spettacolo e politica nella Roma del primo
decennio del Settecento, ebbene tutto ciò ed
ancora molto di più sarà possibile scoprire a
chi leggerà la raccolta di saggi in Georg
Friedrich Händel, Francesco Maria Ruspoli e Roma,
compendio di tutta una vita di ricerca e di
studi.
Tutti i
personaggi storici dello straordinario passaggio
in Italia del sassone esaltano e rendono
memorabile il ruolo da lui svolto. L’elenco
delle personalità di assoluto rilievo, nei
rispettivi ambiti, raccolto dai Kirkendale va da
Ferdinando a Gian Gastone de’ Medici, da
Margherita Durastanti – prodigiosa canterina
della quale Händel si avvarrà per il suo
teatro musicale nella laica Inghilterra –, al
violinista Silvestrino Rotondi, da Arcangelo
Corelli (il maestro della composizione musicale
che influenzerà profondamente lo stesso Händel)
al cardinale Pietro Ottoboni mecenate delle arti
al Palazzo della Cancelleria apostolica, dal
cardinale veneziano Vincenzo Grimani viceré
degli Asburgo a Napoli al Duca Georg Ludwig
Elettore di Hannover, il futuro Giorgio I re di
Inghilterra.
L’elenco degli
incontri del destino di Händel, grazie
alle ricerche e agli studi dei Kirkendale,
potrebbe essere ancora più esteso; ma è
sufficiente ricordare soltanto un altro
importante e fondamentale personaggio, il
musicista/diplomatico Agostino Steffani, vescovo
di Spiga.
Ursula Kirkendale
non ignora il rilevante ruolo svolto da Agostino
Steffani sia nella Germania protestante sia a
Roma, nel periodo tra i più difficili del
pontificato di papa Albani, Clemente XI, nel
corso della guerra di Successione Spagnola, con
il sopraggiungere delle armate del Sacro Romano
Impero Germanico in Italia e con
l’attraversamento del territorio della Chiesa e
di Roma da parte delle truppe comandate dal
maresciallo Wirich Philipp von Daun, dirette
alla conquista di Napoli in nome e per conto di
Carlo d’Asburgo, fratello dell’imperatore
Giuseppe I.
Ursula
Kirkendale considera la funzione di Agostino
Steffani in particolare in relazione alle copie
di tre cantate, composte e ordinate dallo stesso
Händel da donare ad un ospite tedesco, «per il
baron tedescho»,
non
identificato nei documenti d’archivio, ma che
con ogni probabilità altri non sarebbe che il
famoso compositore di duetti:
[…] a lungo domiciliato in Germania –
osserva Ursula Kirkendale –, Steffani fu a
Roma dal 7 ottobre del 1708 fino alla fine
di febbraio del 1709 in una missione
diplomatica segreta per l’Elettore di
Hannover [recte: della
Renania-Palatinato] che ebbe come effetto la
tregua tra Papa e Imperatore durante la
Guerra di Successione Spagnola. […].
Steffani sarebbe venuto quindi come
‘tedesco’ e [PPS: non] certamente come ‘baron’;
potrebbe anche essere stato presente alle
esecuzioni a Palazzo Bonelli. (cfr.:
U.Kirkendale, Georg Friedrich Händel,
Francesco Maria Ruspoli e Roma, cit., p.
35).
Nella
circostanziata indagine di Ursula Kirkendale e
di suo marito Warren, nonostante l’accesso agli
archivi di Stato e a quelli vaticani,
fondamentali per il contesto
storico-cronologico, rimane sostanzialmente
inevaso l’interrogativo: quale ruolo svolge la
musica nel convulso intrico di rapporti e di
conflitti tra i protagonisti dell’ancien
régime in questi inizi del Settecento, e
ancora più in generale presso tutti i signori
feudali, le loro corti, all’interno della Chiese
cattolica e cristiane d’Europa, presso il
Vaticano, e, dalla parte opposta del sistema
sociale, presso le classi sociali dei
non-benestanti, compreso il cosiddetto popolo
basso?
Illuminante per
capire il punto di vista assunto dai Kirkendale
è proprio la datazione dell’inizio dei rapporti
tra l’ormai maturo Agostino Steffani e il poco
più che ventenne Georg Friedrich Händel al suo
arrivo in Italia. Mentre infatti i due studiosi
sono molto precisi nel fare emergere i documenti
d’archivio che attestano la presenza di Agostino
Steffani a Roma a partire dal 7 ottobre 1708,
nonché i primi incontri con il sassone a Palazzo
della Cancelleria sotto la regia del cardinale
Ottoboni, essi preferiscono tralasciare le
testimonianze già accertate da L. Pastor nella
Storia dei Papi, e ancora prima da John
Hawkins in History of Music, London 1776
– riprese anche da Colin Timms nel suo studio
Polymath of the Baroque: Agostino Steffani and
his Musique, Oxford, 2003, testimonianze che
fanno risalire al 1703 e al 1705 in Germania, la
prima conoscenza e una serie di rapporti
programmati tra il “vecchio” musicista e il
talentuoso organista nonché giovane promessa
della composizione tedesca.
Se è più che
lecito e comprensibile per la storiografia
musicale mettere in evidenza l’intrinseco valore
del musicista Händel
e della
sua musica, e della sua discesa in Italia come
opportunità di confronto e di perfezionamento
nell’esperienza diretta della grande tradizione
musicale italiana a Roma, Napoli e Venezia,
appare decisamente carente l’indagine rivolta ad
individuare ed accertare i personaggi che
organizzarono e favorirono tale viaggio, quali
scopi essi perseguirono, quali risultati
positivi trassero dalla presenza del sassone in
Italia, e, infine, quali furono i benefici che
lo stesso musicista ricavò e quali durevoli
cambiamenti le esperienze italiane produssero
nella sua vita.
Le risorse
economiche del giovane Händel erano assai
limitate ed egli dovette affrontare un lungo
costoso e pericoloso viaggio mentre la Guerra di
Successione Spagnola stava sconvolgendo l’Europa
interessando anche i sistemi politici feudali
della penisola italiana. Chi pagò il suo
trasferimento in Italia?
Eppure, il
giovane musicista viaggiò accompagnato soltanto
da un nobile tedesco, il von Bienitz, la cui
reale identità non è mai stata scoperta,
usufruendo soltanto di un ipotetico invito di
Ferdinando de’ Medici, Gran Principe di Toscana,
conosciuto tra il 1705 e il 1706 in Germania.
Viene peraltro ignorato il ruolo esercitato da
Violante di Baviera moglie di Ferdinando de’
Medici e sorella di Massimiliano II di Baviera,
esule questi dal suo Elettorato dopo la vittoria
sulla coalizione franco-bavarese delle armate
imperiali di Eugenio di Savoia. L’amicizia di
Violante e la sua grande e sincera ammirazione
fin dall’età giovanile per Agostino Steffani,
per la sua musica e per le sue doti di grande
diplomatico al servizio da decenni per una sorta
di rievangelizzazione cattolica della
protestante Germania, appare strettamente
connessa sia alle vicende del giovane musicista
sassone, al mentore di questi, Agostino Steffani
e alle trattative diplomatiche tra il papato di
Clemente XI e il Sacro Romano Impero Germanico
che consentiranno insieme all’avvento del vice
regno austriaco su Napoli e poi su Palermo,
anche la fine dell’occupazione della Baviera da
parte degli imperiali e il ritorno di
Massimiliano II alla guida dell’Elettorato.
Quale funzione
dovette avere la visita di G.F.Händel in
un’Italia e a Roma, la cui tradizione musicale
coincideva come opportunità e strumento di
devozionale avvicinamento del popolo alla
religiosità cattolica propria dell’insegnamento
dell’oratorio di S. Filippo Neri? Quale apporto
diede il sassone alla rappresentazione di
potenza della nobiltà espressa attraverso i suoi
spettacoli, e, nel caso specifico con la messa
in scena de La Resurrezione?
Il grande dipinto
di Alessandro Piazza, individuato da Ursula
Kirkendale nell’avito palazzo romano dei Ruspoli,
dopo la rappresentazione dell’oratorio La
Resurrezione offre una parte rilevante di
risposte al quesito, sia in relazione alla
dimensione collettiva e popolare espressa dalla
musica negli eventi sociali e politici del
tempo, sia rispetto all’estrema e simbolica –
cionondimeno necessaria ed importante – difesa
dell’identità politica della Chiesa di Roma come
Stato indipendente, rivendicata, grazie a
Francesco Maria Ruspoli, principe di Cerveteri,
con l’avere fatto allestire a proprie spese il
reggimento La colonnella, inviato a
difendere Ferrara e la pianura padana
dall’invasione delle truppe imperiali.
Il contributo di
Ursula e di Warren Kirkendale non esaudisce il
desiderio della piena conoscenza e comprensione
del ruolo della musica nella società e nella
politica al tempo di papa Albani, e la copiosa
documentazione individuata a proposito della
ospitalità offerta a G.F. Händel da parte di
Francesco Maria Ruspoli esalta in particolare la
conquista sul campo del nobile discendente dei
Marescotti quale sostenitore della causa della
Chiesa e delle fortune del papato,
Riguardo ai
rapporti tra Agostino Steffani, Violante di
Baviera e la funzione assolta da Georg Friedrich
Händel nel contesto storico e politico della
Guerra di Successione Spagnola e nelle
trasformazioni dell’assetto europeo e italiano
dei poteri politici sovranazionali, mi sia
consentito di rinviare alla lettura del mio
saggio: Mario Valente,
Händel e Steffani: la virtuosa alleanza di
musica e politica, pp. 253-284, in
G.F. Händel In viaggio verso l’Italia, a
cura di Helen Geyer, Birgit J. Wertenson, Roma,
Viella, 2013, pp. 308.
Nel saggio, è
individuata la possibilità di rintracciare nel
dipinto di Alessandro Piazza, Reggimento
Ruspoli, l’effigie di Agostino Steffani tra
gli spettatori presenti alla sfilata dei
soldati, contribuendo a chiarire aspetti del
viaggio di Händel in Italia forse lasciati
finora, in modo esclusivo, allo specifico
musicale e ad una certa mitologia.
Mario Valente -
Roma, 3 settembre 2018