|
|
Lionello Sozzi Da Metastasio a Leopardi Armonie e dissonanze letterarie italo-francesi
Firenze, Leo S. Olschki Editore, 2007,
pp. 375 Biblioteca di “Lettere Italiane” Studi e Testi – LXVIII Lionello Sozzi, famoso studioso della letteratura francese, in questa raccolta di saggi già pubblicati in buona parte in riviste, atti di convegni e miscellanee dagli anni Ottanta del secolo passato a questo primo decennio del XXI secolo, ora ospitati nella Biblioteca di “Lettere Italiane” Studi e Testi diretta da Carlo Ossola per i tipi di Leo S. Olschki, propone suggestivi collegamenti tra la letteratura italiana e quella d’Oltr’Alpe, a partire dalla poesia per il teatro musicale di Pietro Metastasio sino a Leopardi. In particolare, Lionello Sozzi dedicando i primi due capitoli del suo libro alla ricezione e alla più grande ammirazione suscitata in terra di Francia dalla poesia di Pietro Metastasio durante il secolo dei Lumi e nei primi decenni dell’Ottocento, compone il panorama pressoché completo delle ragioni linguistico-letterarie da cui scaturì il sorprendente apprezzamento espresso toto corde da un esponente dei philosophes come Diderot sino al vero e proprio entusiasmo per i recitativi e le arie di Metastasio, provato e dichiarato da protagonisti della scena intellettuale francese tra XVIII e XIX secolo, come Voltaire, Rousseau e Stendhal. Da Denis Diderot a Stendhal, passando anche e soprattutto per il giudizio entusiasta di Voltaire per l’italiano e di J.J. Rousseau che lo definisce poeta del cuore, apostoli francesi del verbo poetico di Pietro Metastasio, Lionello Sozzi ha modo di ripercorrere anche le tracce meno note della sfortuna, ovvero minore fortuna, del Poeta Cesareo in terra di Francia nel corso del XVIII secolo, quando con Laurent Garcin nel Traité du melodrame si sottolineava la tendenza dell’asservimento nel melodramma metastasiano della poesia alla musica, denotata dall’interruzione dell’azione drammatica determinata da quel “frutto bizzarro” costituito dall’aria, o meglio come disse sprezzantemente il Garcin dall’arietta, «vero monstre del nuovo genere teatrale» (Sozzi). Il quadro che Lionello Sozzi delinea della fortuna/sfortuna di Metastasio – con marcata superiore preminenza della prima sulla seconda – è come completato per quanto attiene alla sorta di giustapposizione tra i recitativi, vero motore dell’azione drammatica, e l’incongrua sentenziosità delle arie, estranee allo sviluppo della tragedia, rilevata da critici francesi del tempo, come il presidente Des Brosses, o in seguito dal La Harpe e anche dal Sismondi. A fronte di queste critiche riguardanti la non congruente interazione drammatica tra i recitativi e le arie nel melodramma del Poeta Cesareo, Sozzi ricorda invece l’approvazione per tale assetto poetico-musicale-drammaturgico fornita dallo Chastellux, in feconda corrispondenza con Metastasio. Insomma, il quadro che emerge da questa sorta di bilancio delle relazioni, imprestiti, reciproche suggestioni ed interazioni tra la poesia per il teatro musicale di Metastasio e la letteratura francese nelle diverse espressioni disciplinari, filosofica, lirica, teatrale offrendo anche l’influenza non secondaria esercitata dai Racine e dai Corneille sul melodramma dell’italiano, parrebbe esauriente, se non addirittura esaustivo. In tale continuo e vivace connotare da parte del Sozzi le Armonie e le dissonanze tra le due letterature di matrice latina, viene anche toccato, ma attraverso l’ottica di parte dell’Alfieri e dello Schlegel, anche il tema del cosiddetto eroismo cortigiano cui il Poeta Cesareo, con sublime servile ipocrisia, sembrò essere costretto nel comporre per gli Asburgo i melodrammi che avevano forse il compito di sedare le più concrete e reali passioni degli uomini, ovvero dei sudditi dell’ancien régime, configurando il mondo del potere costituito come preso tra nobili virtù pubbliche da realizzare e le private passioni da relegare nell’altrettanto nobile sacrificio della rinuncia, quale sublime esempio universale, proposto dal Sacro Romano Impero Germanico urbi et orbi, grazie al dramma musicale dell’italico e romano Poeta Cesareo. A questo quadro generale e sinottico della poesia di Metastasio, fornito dal punto di vista della letteratura francese tra XVIII e XIX secolo, manca forse l’approccio e l’analisi integrativa della dimensione ideologica e storico-politica semiologicamente riscontrabile nel melodramma metastasiano, come purtroppo accade di sovente anche nella storiografia letteraria tendenzialmente organica. Infatti, a nostro avviso, la costruzione da parte di Metastasio, in pressoché ogni suo melodramma, della dimensione etico-politica dell’eroe, quale protagonista di valori di giustizia, lealtà, magnanimità, dedizione al bene pubblico, corrisponde al progetto di educare a tali ruoli non solo e non tanto la realtà sociale dei sudditi, quanto piuttosto la stessa condizione e natura del potere regio/imperiale. Con tale obiettivo, Pietro Metastasio e la poesia per il teatro musicale del suo tempo si proponevano come un esempio di quel ponte tra la sensibilità popolare, le aspirazioni ideali del popolo minuto/basso (G.V. Gravina) e la tradizione culturale classica dell’Europa, mediante il perseguimento, nell’esercizio del potere, di quelle regole morali universali, trasformate in leggi, che avrebbero dovuto ispirare e forse salvare il mondo declinante dell’ancien régime. Ottobre 2010 Mario Valente |
Metastasio - Farinelli - Chi siamo - Editoria - Orchestra - News - Comitato Nazionale - Links - Contatti - Stampa - Ch. Burney - Archivio News - Mappa
Copyright (C) 2004-2005 Mario Valente e Comitato per le Celebrazioni di Pietro Metastasio. Tutti i diritti riservati.