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Intonazioni di F. Schubert su testi di Metastasio e altri
Titolo |
N° Cat. |
Anno |
Autore |
Fonte |
Quell'innocente figlio |
D 17 |
1812 ca. |
Metastasio |
Isacco, aria dell'angelo (I) |
Entra l'uomo allor che
nasce |
D 33 |
sett.-ott.
1812 |
Metastasio |
Isacco, aria di Abramo (II) |
Te solo adoro |
D 34 |
4 nov.
1812 |
Metastasio |
La Betulia liberata, aria di Achior (II) |
Serbate, o dei custodi |
D 35 |
10 dic.
1812 |
Metastasio |
Clemenza di Tito, coro (I, 5) |
Misero pargoletto |
D 42 |
1813 |
Metastasio |
Demofoonte, aria di Timante (III, 5) |
Prima che questo istante |
D 76 |
13 sett.
1813 |
Metasasio |
Aclide al bivio, aria di Fronimo (I, 1) |
Son fra l'onde |
D 78 |
18 sett.
1813 |
Metastasio |
Gli orti esperidi, aria di Venere (I) |
Leiden der Trennung
(Vom Meere trennt sich
die Welle) |
D 509 |
dic.
1816 |
H. von Collin
da Metastasio |
Artaserse, aria di Arbace («L'onda dal
mar
divisa», III, 1) |
Vedi, quanto t'adoro |
D 510 |
dic.
1816 |
Metastasio |
Didone abbandonata, rec. e aria di Didone
(II, 4) |
La pastorella al prato
(per 4 voci maschili) |
D 513 |
1817 |
C. Goldoni |
Il filosofo di campagna, aria di Lena (II, 16) |
La pastorella al prato
(per soprano solo) |
D 528 |
1817 |
C. Goldoni |
Il filosofo di campagna, aria di Lena (II, 16) |
Apollo, lebet noch dein
hold Verlangen |
D 628 |
nov.
1818 |
A. W. von Schlegel
da Petrarca |
«Apollo s'ancor vive il bel desio»,
RVF 34 |
Allein, nachdenklich wie
gelähmt |
D 629 |
nov.
1818 |
A. W. von Schlegel
da Petrarca |
«Solo e pensoso i più deserti campi»,
RVF 35 |
Nunmehr, da Himmel,
Erde schweigt |
D 630 |
dic.
1818 |
J. Diederich
Gries da Petrarca |
«Or che 'l cielo e la terra e 'l vento
tace»,
RVF 164 |
Non 'accostar all'urna
Guarda che bianca luna
Da quel sembiante
appresi
Mio ben, ricordati |
D 688 |
1820 |
J. A. Vittorelli
J. A. Vittorelli
Metastasio
Metastasio |
Eroe cinese, aria di Lisinga (I, 3)
Alessandro nell'Indie, aria di Gandarte
(III, 7) |
L'incanto degli occhi
Il traditor deluso
Il modo di prender
moglie |
Op. 83
D 902 |
1827 |
Metastasio
Metastasio
anonimo |
Attilio Regolo, aria di Licinio («Da
voi,
cari lumi», II, 5)
Gioas, re di Giuda, rec. e aria di Atalia
(«Ah! l'aria d'intorno», II) |
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Le celebrazioni del VII Centenario della
nascita di Francesco Petrarca, tra molte altre manifestazioni, hanno
prodotto dal 18 al 20 Marzo 2004 il Convegno Internazionale di Studi,
Petrarca in musica, i cui Atti a cura di Andrea Chegai e Cecilia Luzzi
l’anno seguente 2005 sono stati pubblicati in unico volume per i tipi della
Libreria Musicale Italiana di Lucca.
È perciò quanto meno significativo che al
Convegno di Studi sia presto seguita la pubblicazione dei contributi degli
studiosi, evento favorito – potremmo dire – dalla forma chiusa, cioè
intrinsecamente compiuta sia del tema del simposio scientifico, Petrarca
in musica, sia soprattutto proprio della stessa lirica petrarchesca,
naturale modello ispiratore unitario, non dispersivo, delle innumerevoli
intonazioni musicali nel corso di tanti secoli e oggetto della presente
pubblicazione.
Il volume è suddiviso in quattro capitoli e i
primi tre – vale a dire la parte maggioritaria dei contributi offerti – sono
dedicati, con differenze metodologico-ermeneutiche significative, alla
composizione musicale esemplare e tipica del romanzo lirico petrarchesco,
ovvero al madrigale cinquecentesco; mentre solo l’ultimo, il quarto,
affronta la messa in musica della poesia petrarchesca in epoca moderna, con
i saggi in particolare di Andrea Chegai, Divergenze tra forma poetica
ed effetto estetico: «Solo e pensoso» musicato da Haydn, Mariateresa
Dellaborra, Petrarca intonato da Schubert: I tre Lieder D 628-630 (con
qualche considerazione sulla restante produzione italiana), fino ad
arrivare allo studio di Pietro Cavallotti sulle intonazioni di Schönberg su
poesie del Canzoniere e su un sonetto (peraltro messo in musica nella
traduzione tedesca di Karl Forster), e soprattutto al Petrarca nel primo
Novecento musicale italiano, investigato da Mila De Sanctis.
In
questi ultimi contributi il volume degli Atti del Convegno petrarchesco
offre gli spunti più interessanti perché consente utili riflessioni sulla
dimensione estetico-musicale della rilettura interpretativa della poesia di
Petrarca da parte delle tendenze neo-classiche dei linguaggi
artistico-musicali del Novecento (cfr. Castelnuovo-Tedesco, Ghedini, Rota,
Respighi e soprattutto Pizzetti, via via sino agli “ultimi”, nel secondo
Novecento Berio, Sciarrino, D’Amico, Panni e Vlad).
La misura della
rilevanza emotiva e suggestiva della poesia trecentesca del Petrarca sulla
sensibilità e sulle capacità linguistico-espressive della musica dall’Otto
al Novecento trova qui l’opportunità di individuare senso e significato di
un tale incontro per iniziare a capire il completamento ed estensione della
comunicazione artistica pertinente all’interazione perseguita su entrambi i
versanti linguistici, letterario e musicale.
Anche le numerose ed interessanti
osservazioni-promesse – a bilancio e consuntivo dell’anno petrarchesco e
degli studi sul Petrarca in musica – sulla necessità di provvedere a
«un repertorio aggiornato, sistematico di tutta la produzione musicale
petrarchesca […] qualora si esca dal locus amoenus del madrigale
cinquecentesco in direzione del più disomogeneo Ottocento […] ai labirinti
del repertorio novecentesco» (Chegai-Luzzi, Introduzio-
ne, p. XXI)
potrà trovare sostegno e appoggio negli ambiti della ricerca
multi-disciplinare a condizione che venga in qualche modo descritto e
narrato il percorso di senso e significato della poesia petrarchesca e del
suo prolungamento semantico con e nella musica, al di là forse di quegli
specialismi e tecnicismi, utili senza meno alla ricerca musicologica, ma
ancora al di qua di un vero e proprio coinvolgimento motivazionale e di
scopi necessari per avvicinare una platea di intellettuali e studiosi più
ampia di quella finora individuata.
In tale direzione, peraltro, già in questo
volume procede il contributo di Mariateresa Dellaborra allorché la studiosa,
dopo avere esaminato famose intonazioni di testi poetici italiani da parte
di Schubert (Metastasio, Vittorelli, Goldoni) nella forma del Lied da questi
adottata anche per musicare sonetti del Petrarca (per quanto in traduzione
tedesca) osserva, in accordo con l’Eggebrecht, che «La resa musicale è piena
di fascino e interpreta con efficacia il pensiero intimo di Petrarca non
soltanto nel rispetto della forma poetica, ma nella creazione di
un’atmosfera ora di solitudine e di abbandono, ora di affanno, ora di
dolore, ora infine di rasserenamento». Nella musica schubertiana, nel “tono”
del Lied predomina il senso determinato delle parole del Petrarca, per cui
essa «non è il “veicolo” di una sostanza, è sostanza essa stessa» (Eggebrecht,
cit. in M. Dellaborra, p. 449).
Mario Valente – Luglio 2007 |
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